
Le corde
La fabbricazione di corde , è una parte delle abilità che un Mastro Arcaio deve conoscere e padroneggiare.
Nel nostro laboratorio , si fabbricano corde fiamminghe.
La manualità per la fabbricazione di queste parti ricorda quella dell’intreccio di filati di canapa, per le gomene, di salici e vimini.
La corda essendo la parte dell’arco che permette ai flettenti, piegandosi, di sviluppare forza, è soggetta a sua volta a stiramento e usura. Questo ci impegna a fare conoscenza delle caratteristiche strutturali dei filati,così che per ogni potenza e forma di Arco,si costruisca la miglior corda possibile.

Corda intrecciata alla fiamminga a trefoli conici (Flemish twist)
Adatta per archi di tipo Longbow ASL, Flatbow e Ricurvi
Realizzata a mano e con torciture coniche, la sua qualità ed estetica restano senza eguali.
L’asola superiore è leggermente più ampia di quella inferiore, poiché deve scorrere liberamente sul flettente alto dell’arco.
L’asola inferiore, invece, deve risultare ben aderente alla nock inferiore (poupée, puntale del flettente), per garantire un corretto allineamento e una tenuta stabile della corda.
La sezione centrale della corda è rivestita da un serving (rivestimento di protezione) realizzato con filo multifilamento a due o tre trefoli a seconda della potenza complessiva dell’arco.
Per archi oltre le 50 libbre è consigliato tre trefoli, mentre per archi più leggeri sono sufficienti due.

La corda e i suoi materiali
L’evoluzione tecnica dei filati ha seguito un ritmo più rapido rispetto a quella delle fibre utilizzate per i flettenti, ma non per questo deve trasformarsi in un cavo d’acciaio privo di vita ed elasticità.
Le corde realizzate in FastFlight, Kevlar o in altre fibre sintetiche di ultima generazione hanno il vantaggio di deformarsi meno e di trasmettere più energia alla freccia, aumentando così la velocità di uscita del tiro.
Tuttavia, questa rigidità comporta anche un rilascio più secco, maggiore vibrazione nei flettenti e minor comfort, quasi come se si lasciasse partire la corda “a vuoto”.
Una corda troppo rigida può accorciare sensibilmente la vita dell’arco, soprattutto nei modelli ricurvi, più reattivi e delicati.
Il classico Dacron B50, utilizzato da decenni, è stato migliorato nel tempo con le versioni B66 e B75, più performanti ma sempre dotate di quella elasticità moderata che protegge i flettenti e offre una presa più morbida e confortevole.
Ricordate: nel tiro istintivo, ogni freccia richiede di ricostruire la propria mira. Nessuna corda, per quanto sofisticata, potrà sostituire la sensibilità dell’arciere. Ciò che conta è che la corda sia ben abbinata all’arco e piacevole al tatto sotto le dita.
Molti arcieri scelgono di aggiungere uno o due trefoli per aumentare la morbidezza della trazione e ridurre le vibrazioni, soprattutto su archi lunghi, che offrono un angolo di trazione più aperto e una migliore precisione di tiro.
Negli ultimi anni abbiamo testato il filato Spectra 652 che con determinate accortezze durante l’intreccio, preserva sia l’arco e il confort nel tirare. Diminuendo l’usura stessa della corda e aumentando di conseguenza la sicurezza.

Estetica e regolazione
Contrariamente a quanto si crede, una corda alla fiamminga multicolore non aiuta in alcun modo la mira.
È bene inoltre ricordare che la parte superiore del serving (rivestimento centrale della corda) non deve terminare all’altezza dell’occhio, per evitare che venga considerata un ausilio visivo.
Il punto d’incocco
Il punto d’incocco è il piccolo riferimento che indica il punto esatto in cui la freccia si aggancia alla corda.
Si posiziona leggermente al di sopra della linea perpendicolare al poggiafreccia, in modo da garantire un rilascio pulito e regolare.
Questo accorgimento è fondamentale nel tiro rapido o nel tiro su bersagli in movimento, come nella caccia con l’arco, dove la freccia deve lasciare il tappetino in cuoio (rest) senza deviazioni.
Come riferimento:
- per un longbow, il punto d’incocco va posto a circa +6 mm;
- per un flatbow, tra 6 e 7 mm;
- per un ricurvo, circa +8 mm.

La presa della corda
Tra le diverse tecniche di trazione, la presa mediterranea resta insuperata per precisione, controllo e versatilità.
È la presa classica utilizzata da secoli, che permette di gestire ogni tipo di tiro, anche quelli più complessi o istintivi, come gli effetti dinamici.
Alcune varianti della presa vengono ancora praticate, ma l’esperienza dimostra che soprattutto nei livelli tecnici più avanzati possono causare instabilità nel rilascio o squilibri nella trazione.
Infine, un consiglio per la salute dell’arciere:
evitate di tendere l’arco con due sole dita, poiché questa abitudine, nel tempo, può provocare tendiniti e dolori articolari difficili da risolvere.
Tratto dal libro: Comment confectionner une belle corde torsadée. di JM Coche








