Sergio Milesi

Sergio Milesi – Due Tassi, figlio di Donato, classe 1996.
“Per la prima volta toccai un arco senza poter capire cosa fosse.

Nacqui che mio padre già ebbe conosciuto JMC.
I miei primi anni furono immersi nella natura di casa, nel via vai di volti, voci, umori e silenzi.
Non cercai l’arco, me lo trovai tra le mani e ora ne ammetto la fortuna. I ricordi innumerevoli sono oggi materiale prezioso.
Oggi, ancora e sempre riconoscente .
Mi trovo a perseguire l’impegno profuso da chi viene prima di me e delinea una strada sicura ampia e ben definita. Mi rifaccio a uomini che spesero la loro vita nel lungo percorso verso l’essenzialità del centro nella disciplina del tiro con l’arco.
Da Howard Hill fino a mio padre, ognuno per sua misura, viene mantenuto lo stile; in un progetto che diviene del destinatario, impegno e promessa.

Trova conoscenza una pratica vecchia come il mondo, ma nuova ad ogni freccia.
Il tiro con l’arco non è mai stato per me un obbligo; mi dimostrò subito invece la piacevolezza legata al muoversi, anche in uno sport individuale si può scoprire la condivisione.
Così uno spazio inabitato; un terreno che nessuno volle, venne destinato da mio padre a campo di tiro e così vive non solo degli animali che lo frequentano e delle piante che lo abitano, ma degli animi di chi lo conosce e frequenta.

In adolescenza al bivio sul cosa voler fare della mia vita, ho trovato uno stop.
a seguito di un incidente domestico causato da una caduta, sono dovuto rimanere il più possibile accorto nello sforzarmi. con limitazioni derivanti da un tutore ortopedico e con le conseguite difficoltà nel sopportare la postura eretta, trovai sostegno nell’arco.
Mi accompagnai a mio padre per istruirmi alla tecnica de la voie mediane e riuscire a tornare a darmi impegno.

Intrapresi inoltre una eccellente scuola olistica di massaggio del piede, e grazie ad Alfredo Baldassarre , presi coscienza del valore della salute, di come avere cura del corpo e di come avere cura della persona che sono. Mi sono sentito onorato delle sue premure e di aver maturato sicurezza grazie alla sua sapienza.
premette al petto un sentimento gioso e bruciante.
Misi molta legna al fuoco , chi mi conosce pensa ancora sia troppa. ma quando arde nel profondo, un sentimento tale non esaurisce ma tende a ricercare materiale per donare luce allo slancio primordiale e sincero del cuore.

Se si volesse chiedermi ora qual è il mio percorso, ancora posso dire di non essere alla metà, che vorrei raggiungere e come per quando si va sui monti, godermi un po ‘il panorama, la compagnia, e poi rivolgermi al sole che mi resta.
Certo è che per quello che è dato non si è mai abbastanza riconoscenti ma quando in gratitudine si riesce a trasformare un sentimento di pienezza allora si può sentire più profondo il calore del sole che irraggia sulla pelle il suo abbraccio.

Bambino, gioco e scopro il verde.
Ragazzo, incontro la società: chi viene prima e chi passa soltanto.
Nell’adolescenza trovo motivo di credere in questo sport, lo scelgo perché il movimento è sempre stato casa mia, e ora mi chiede di tornare in carreggiata, con il desiderio sincero di imparare.
Giovane adulto, a ventun anni, decido di farne la mia strada maestra. grazie a mio padre — che non vedeva di buon occhio la scelta, perché la sua sicurezza si nutriva di una passione grande ma incerta — ci ritroviamo comunque, uno rinforzato dall’altro, ad avviare insieme il cammino. “
Sergio Milesi

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