Un leggero alito di vento fa ondeggiare le foglie della siepe.
Il cuoio che stringe le dita della mano destra cede alla stretta familiare.
Profumo di temporale. Un alito divino riempie le mie membra.
Le braccia si aprono piano: spingere – e – tirare.
Pochi secondi e il sapore del cuoio arriva all’angolo della bocca.
Apnea.
Pochi attimi che paiono eterni.
Tutte le preoccupazioni, i pensieri e le speranze della giornata diventano una preghiera.
Il soffio che segue è una liberazione, di più: è un ringraziamento. Mantenimento: vedere il proprio pensiero e la propria volontà volare lontano.
Calcolare deriva e paradosso per colpire volontariamente non il centro, ma la parte sinistra del proprio petto.
Spot.
Paolo Carboni
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