il Longbow

Termine inglese che definisce l’arco lungo medioevale – è un tipo di arco a curvatura unica.

Filosofia del  longbow

Il Longbow è l’arco tradizionale per eccellenza, il più antico.
Con la sua struttura essenziale e naturale, richiede impegno, sensibilità e una buona gestualità restando comunque un arco tra i più divertentistimolanti.
Se utilizzato con il giusto equilibrio fisico-mentale si raggiungo prestazioni pari o superiori ad archi tecnologicamente più avanzati.

È l’arco che più degli altri rispecchia la filosofia del tiro istintivo.
Questa “filosofia di tiro” ha come fulcro la capacità insita nell’uomo di proiettare all’esterno le proprie emozioni, di colpire un bersaglio guidando la freccia utilizzando unicamente il proprio essere.
Fraternizzate con la terra
Riceverete la sua bella e dolce influenza
(Jean-Marie Coche)

La storia

L’utilizzo di lunghi archi risale ai vichinghi norvegesi che, essendo alleati li introdussero nel Galles.
Vennero diffusi in Inghilterra nel XIII secolo, Durante il regno di Edoardo I Plantageneto. L’uso e la diffusione del longbow fu favorito dalla facilità con cui poteva essere costruito e dall’accessibilità che si estese alle classi popolari, le quali fornivano i tiratori a condizione che venissero assiduamente addestrati per essere in grado di tendere archi il cui carico di trazione medio era di cento libre.
Il longbow era originalmente costituito da un lungo listello di legno (solitamente tasso) lungo all’incirca quanto l’apertura delle braccia dell’arciere che doveva utilizzarlo. La misura standard è di circa 72 pollici (182,88 cm).
Oggi vengono prodotti una gran varietà di modelli, adoperando ormai ogni essenza di legno, e utilizzando sempre più spesso la tecnica del multistrato; l’arco è poi ricoperto da uno spesso strato di fibra di vetro, che gli conferisce potenza e prestazioni omogenee nel tempo.  (vedi costruzione longbow)
L’arco lungo medioevale ha una sezione a “D” dove il lato dritto (detto “dorso”) è quello rivolto verso il bersaglio. Solitamente il dorso dell’arco era ricoperto da uno strato di tendine, incollato al legno con colla animale, il che garantiva potenza e velocità. Spesso le parti terminali dei flettenti, i puntali o “tips”, erano rinforzati in corno.
La freccia viene appoggiata su una rientranza ricavata sul fianco sopra l’impugnatura dell’arco (detta “finestra“) nel caso degli archi moderni, o direttamente sulla mano dell’arciere nel caso di quelli storici.

Arco longbow nella Fiarc

Rientrano in questa categoria il “Longbow inglese”, molto lungo (oltre 70 pollici) e con sezione a D, (raramente usato nelle gare FIARC ),  il Semi Longbow di Howard Hill (utilizzato dalla “la Via di Mezzo” ) molto simile a quello storico, ma realizzato con più strati di legno incollati (vedi descrizione) e  l’ “American Flatbow” con i flettenti a sezione rettangolare o a volte trapezoidale, rivestiti sulle due facce con vetroresina.
I flatbow moderni sono più corti dei longbow inglesi (le misure più comuni vanno dai 62 ai 68 pollici, misura tipica 64) e notevolmente più veloci. Il longbow esteticamente è molto simile ad un arco storico se non per il fatto di avere una “finestra” nel riser (impugnatura) dove alloggiare la freccia.
La tecnica di costruzione, però, è moderna: il legno è inserito all’interno di fibre artificiali che ne aumentano notevolmente le prestazioni (si avvicinano a quelle di un ricurvo di pari libbraggio).
Sono permesse in questa categoria esclusivamente frecce con asta in legno e penne naturali, ma sono consentite cocche in materiale plastico.

Art. 2.4 – Categoria “Longbow”

a) L’arco.

  1. È inteso come “longbow” (arco lungo o arco dritto) un attrezzo costituito da un’impugnatura centrale, due flettenti e una corda. Ad arco carico i flettenti devono presentare un unico raggio di curvatura, con una tolleranza massi- ma di 5 mm di controcurvatura dalla fine del puntale.
  2. Lo spessore del puntale non deve superare i 20 mm, dall’incavo dell’allog- giamento della corda alla faccia esterna del flettente. La lunghezza massima del puntale, dall’incavo dall’alloggiamento della corda verso l’impugnatura, non deve superare i 50 mm.
  3. La finestra, quando esistente, non deve superare la mezzeria dell’arco.
  4. La corda è fissata a due alloggiamenti posti alle estremità dei due flettenti tramite due anelli.
  5. La corda deve avere un unico punto di incocco formato da uno o due riferimenti per fissare la cocca.
  6. Sull’arco e sulla corda non devono in nessun caso essere evidenti segni, fregi od accorgimenti tali da costituire un riferimento per la mira.

b) Le frecce. Sono ammesse esclusivamente le frecce di cui all’art. 2.12 con obbligo di asta di legno ed impennatura in penna naturale.

c) Accessori. Sono ammessi esclusivamente i seguenti accessori:

  1. La faretra. Se è montata sull’arco deve essere installata dal lato opposto alla finestra, all’interno della quale non deve esserne visibile alcuna parte.
  2. La protezione per le dita, che non possa costituire ausilio per la mira(guantino o patella).
  3. La protezione per lo scorrimento della freccia sulla base e sul lato della finestra (tappetino).
  4. Un fermafreccia da caccia che non possa costituire ausilio per la mira.
  5. Uno o più silenziatori fissati sulla corda, che non devono costituire un ausilio per la mira e devono essere montati ad almeno cm. 30 dal punto d’in- cocco.

d) Il tiro.

  • L’aggancio deve essere eseguito tenendo la cocca tra il dito indice ed il medio ed ambedue devono concorrere alla trazione della corda. L’aggancio non può essere variato nel corso della gara.
  • Il punto di rilascio è libero ma non deve mai essere variato durante lo svolgimento di una gara.
  • Tutte le fasi di tiro devono avvenire con entrambi gli occhi aperti.